Descrizione
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L’abete bianco (Abies alba Mill., 1759), detto anche abete comune, abezzo o avezzo, è una pianta tipica delle foreste e delle montagne dell’emisfero boreale.[2]
L’abete bianco è un albero maestoso, slanciato e longevo, e data anche la sua notevole altezza (in media 30 metri, alcuni esemplari possono superare 50 metri), è soprannominato “il principe dei boschi”.[3] Il più grande abete bianco d’Europa è alto 50 metri e ha una circonferenza di 4,8 metri[4]. Si trova a Lavarone, in Trentino (abbattuto il giorno 13 novembre 2017 da una forte raffica di vento[senza fonte]), in località Malga Laghetto.
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Morfologia
L’abete bianco è un albero sempreverde e monoico (cioè presenta sulla stessa pianta fiorimaschili e femminili distinti e separati). È una pianta vascolare (Tracheobionta), con semi (Spermatophyta) contenuti in un cono portato eretto. Vive ad altitudini comprese fra 500 e 1.900 metri, in alcune zone oltre 2.000 metri e risulta essere un albero molto longevo: può superare i seicento anni d’età.
L’abete bianco è una specie sciafila (cioè che può vivere in zone d’ombra); allo stato di giovane, può restare sotto copertura anche per trent’anni, con conseguente malformazione del fusto, mentre allo stato adulto ha la necessità di vegetare in piena luce. L’abete bianco ama umidità, terreni freschi e profondi, tipici delle zone ombreggiate e piovose.
Portamento e dimensioni
L’abete bianco può crescere fino a un’altezza di circa 60 metri, presenta un fusto diritto che può arrivare ad un diametro di 3 metri. Se la pianta cresce isolata, il fusto si caratterizza fin dalla base dalla presenza di fitti rami, se invece la pianta cresce a contatto con altre piante, il fusto risulta spoglio per gran parte della sua altezza. La chioma, di colore verde-blu cupo, ha forma piramidale negli esemplari giovani, mentre negli adulti (ossia dopo 60-80 anni) si forma un appiattimento, definito “nido di cicogna”, in quanto la punta principale ferma la crescita e i rami sottostanti continuano a svilupparsi fino a formare una specie di conca. Tale pianta ha una ramificazione molto regolare: i rami principali sono raggruppati in palchi regolari e disposti orizzontalmente e mai penduli (ramificazione simpodiale). I rami secondari sono disposti lungo il tronco seguendo un andamento a spirale.
Il più grande abete bianco d’Europa era l’Aveδòn, un esemplare alto 60 metri e con una circonferenza di circa 10 metri e situato in Val Noana(in Italia, provincia di Trento), ora è un altro esemplare alto 50 metri e con circonferenza di 4,8 metri[4]. Si trova a Lavarone, sempre in Trentino, in località Malga Laghetto, ed è chiamato dalla gente locale Avez del Prinzipe.
Corteccia
La corteccia, negli esemplari giovani, è liscia, ha un colore bianco-grigio argenteo e presenta delle piccole sacche resinose che, se premute, diffondono odore di trementina; nelle piante più vecchie (oltre i cinquant’anni d’età) la corteccia si ispessisce tendendo a desquamarsi in placche sottili e diventa, partendo dalla base, rugosa, screpolata (fessurata) e di colore tendente al nero.
La corteccia di abete bianco è tra le specie di Abies una delle meno ricche in tannino (solo il 5%). Tuttavia, a differenza di altre conifere che possiedono un legno resinoso, nell’abete bianco il legno ne è poco ricco mentre nella corteccia sono presenti delle sacche da cui è possibile estrarre la trementina.
Foglie
Le foglie sono persistenti (8-10 anni) e costituite da aghi appiattiti, rigidi e inseriti singolarmente e separatamente sui rametti, secondo una disposizione a pettine (cioè come i denti di un doppio pettine). Gli aghi sono lunghi circa 1,5–3 cm e larghi 1,5–2 mm, leggermente ristretti alla base, con la punta arrotondata non pungente e i margini lisci. La pagina superiore, di colore verde scuro, è lucida, mentre quella inferiore presenta due caratteristiche linee parallele biancastre-azzurrognole, dette bande stomatifere, che presentano 6-8 file di stomi e canali resiniferi marginali. Altra caratteristica tipica di questa specie sono i rametti coperti da sottili peli di colore bruno chiaro.
Fiori
Alle nostre latitudini la fioritura dell’abete bianco avviene tra maggio e giugno. Parlare di fioritura delle conifere è in realtà inesatto, dal momento che queste piante sono gimnosperme e non producono fiori come siamo abituati ad intenderli né frutti. Gli organi riproduttivi consistono di sporofilli raggruppati a formare coni o strobili: gli sporofilli maschili (microsporofilli), cui si deve la formazione del polline, sono riuniti in coni maschili o strobili; gli sporofilli femminili (macrosporofilli) portano alla formazione degli ovuli e sono riuniti in coni femminili (le pigne).
- I macrosporofilli si rinvengono nella parte superiore dei rametti del primo anno e nella parte alta della chioma. Sono eretti e formano infiorescenze cilindrico-ovali di colore verde o rosso-violaceo, con squame copritrici più lunghe delle squame ovulifere;
- I microsporofilli fioriscono nella parte centrale e alta della chioma, sono più piccoli e numerosi di quelli femminili, raggruppati sul lato inferiore dei rametti. Hanno forma ovoidale, sono di colore giallastro e presentano due antere che contengono il polline di colore giallo. Il polline viene facilmente trasportato in alto dall’aria calda.
Le strutture comunemente chiamate “pigne” derivano dai coni femminili che possono lignificare e rimanere sui rami. Sono quasi cilindrici, si trovano soprattutto nella parte superiore della chioma e, a differenza dell’abete rosso, sono rivolti verso l’alto. Formati da squame fitte con brattee sporgenti dentate che proteggono i semi all’interno, gli strobili sono lunghi dai 10 ai 18 cm e larghi 3–5 cm; inizialmente di colore verde, diventano rosso-bruno quando giunti a maturità. A settembre-ottobre gli strobili si sfaldano, le squame cadono una ad una insieme ai semi, lasciando l’asse centrale, detto rachide, nudo sul ramo, dove può rimanere anche diversi anni (tipica caratteristica del genere Abies).
La produzione dei semi è piuttosto tardiva, soprattutto per le piante in bosco in quanto avviene dopo i cinquant’anni; trent’anni, invece, per le piante isolate. Le squame degli strobili hanno consistenza legnosa, variano in numero da 150-200 e ogni squama porta due semi. In totale ogni “pigna” contiene circa una cinquantina di semi fertili. Questi sono di forma triangolare, lunghi 6–9 mm, di colore giallo-bruno e presentano un’ala 3-4 volte più grande, saldamente attaccata al seme stesso, che gli permette, una volta liberati, di volteggiare in aria.
Dai semi si ricava l’Olio di abete, che trova impiego e con le seguenti caratteristiche:
- numero di Iodio: da 120 a 160
- numero di saponificazione: da 190 a 195
- indice di rifrazione a 40º: 1,472
- numero di Reichert-Meisl: da 1 a 2
- peso specifico: da 0,921 a 0,931
Radici
L’apparato radicale è inizialmente di tipo fittonante: un’unica grande radice che penetra nel terreno raggiungendo una profondità di circa 1,60 metri che ancora saldamente la pianta al suolo; in seguito si formano alcune radici laterali (ramificazione laterale) che continuano ad accrescersi e ingrossarsi spingendosi, se possibile, in profondità. L’abete bianco è, per questo, una delle conifere che meglio si ancora al terreno e risulta quindi poco soggetta a sradicamenti.